venerdì 9 maggio 2008

La trepidazione ultima

Risulta piuttosto difficile, nel 2008, ricordare una trepidazione ed un'attesa simili a quelle odierne, alla quasi vigilia dell'uscita di un colossal videoludico sul mercato. Voci che si rincorrono, idee che spasmodicamente si susseguono, suggestioni ed ipotesi che pleonasticamente si ripetono, rimbalzando da un antro all'altro del web. Non è il primo episodio che vedrà la luce, a dire la verità sarà - anzi - l'ultimo, eppure, forse proprio per questo, viviamo ogni istante come se fosse la prima volta.
Noi, piccolo enorme ed unito popolo devoto ai Serpenti e al Maestro Kojima, ci stringiamo insieme, tra le nostre community, i nostri blog, le nostre farneticazioni e, perché no, le nostre migliori fantasie ed aspettative, in attesa di quell'epilogo che, ora pare, ora non pare, darà una risposta a ciascuna delle nostre domande. O, almeno, per quanto riguarda le domande legate al ventuenne intreccio metalgeariano.

E quanta strada abbiamo percorso insieme, noi e Solid Snake. Parlando meramente da Stefania, e non da amministratrice di Metal Gear Web, dicevo pochi giorni fa ad un'amica - l'utentessa The Joy, sul nostro forum - che difficilmente dimenticherò, nel corso della mia vita da videogiocatrice, questi momenti, questi giorni di attesa, di supposizioni, di follie collettive. Ognuno ha da proporre una sua teoria, ognuno è a caccia della news, qualcuno evita volontariamente gli spoiler e qualcun'altro, invece, non fa che andarseli a cercare, perché quel 12 giugno, maledizione, è ancora troppo, davvero troppo lontano. E allora si finisce così, a passare interi pomeriggi con chi, per quanto virtualmente, condivide la nostra passione, le nostre sensazioni. Con chi è in grado di capirle. Raramente, quanto durante le grandi fiere videoludiche che rivelavano nuovi dettagli di Metal Gear Solid 4, ed ora - in questi ultimi giorni di attesa - mi è capitato di vedere una famiglia metalgeariana così unita, così partecipe, capace di rendere così manifesta, così rumorosa, la sua più grande passione, il suo straordinario entusiasmo.

Ed è strano vedere unirsi persone di età vicine, ma di generazioni ugualmente diverse: noi, della vecchia guardia, che il mito di Metal Gear Solid lo abbiamo visto nascere su PlayStation dieci anni fa - per quanto ancora fossimo ignari dei suoi illustri genitori su MSX - e che idolatriamo, veneriamo ed adoriamo ciascuna delle parole del suo copione: dal trucco delle chiavi PAL ai loschi piani della ArmsTech, dalla crescite interiore di quello che ci era stato presentato come dottor Emmerich al personalissimo dramma di Solid Snake, dalla purezza di Meryl alla spietatezza di Ocelot, fino alle lacrime per la morte di quelli che abbiamo odiato per i loro raggiri e la loro abilità, come Wolf, Mantis, Raven. Concludendo con la straordinaria caratterizzazione di Liquid Snake, un personaggio rimasto nella storia dei videogiochi.

Dopo di noi, subito a seguire, la seconda generazione di Metal Gear Solid, i ragazzi che, ai tempi di Shadow Moses, erano ancora dei bambini troppo piccoli per poter esprimere la loro volontà di perdersi in un meraviglioso mondo realistico-alternativo. E così, i nove, forse dieci o undici anni necessari a rendersi discepoli di Solid Snake e del genio di Kojima, loro li hanno avuti intorno al 2002, giusto in tempo per inoltrarsi nel mondo dell'incompreso Raiden, dell'avventura in ombra di Solid Snake. In questo, forse, siamo diversi: non avendo vissuto Shadow Moses, i ragazzi della Sons of Liberty Generation hanno sviluppato un rapporto differente con il mito dell' uomo capace di rendere l'impossibile possibile, ma sono stati in grado di emozionarsi, sentirsi coinvolti, rimettere insieme i pezzi dell'incredibile puzzle che gli si componeva sotto gli occhi, e dal quale - sei anni dopo - sarebbe scaturita l'alba del tanto agognato Metal Gear Solid 4.

Sono in pochi, ma ci sono, i figli della terza generazione Solid, quella di Metal Gear Solid 3, che non solo hanno vissuto in un'ottica differente il mito di Solid Snake, ma addirittura hanno visto venirgli anteposto quello di Naked Snake - alias arcinoto di Big Boss - e che hanno quindi fatto esperienza della nostra saga preferita in una maniera completamente invertita e, proprio per questo, affascinante; così invertita da poter vedere Naked come buono, e Solid - suo assassino - come cattivo. La generazione che ha fatto di Loyal to the end il suo motto di vita, e che quella Guerra Fredda così lontana dai loro giorni, l'ha conosciuta e studiata non attraverso un libro o un documentario, ma tra le righe e le battute di una sceneggiatura magistrale, matura e struggente.

Così, siamo tutti qui, la grande famiglia di Metal Gear Solid. Ognuno nella sua generazione, ognuno capace di emozionarsi per spunti differenti, di amare personaggi diversi per i motivi più svariati. Insieme, attendiamo il 12 giugno; insieme, ci domandiamo se, con il quarto Metal Gear Solid, nascerà anche una quarta generazione di fans, se proveranno le nostre stesse sensazioni, se sapranno amarne i contenuti così come noi abbiamo fatto, ai nostri tempi.
Ed ora noi, vecchietti della saga, cos'altro possiamo fare se non attendere, crogiolandoci nelle nostre chiacchiere e nelle nostre teorie? Godetevi questa attesa, perché ha un sapore tutto suo, particolare, già di per sé emozionante ed atipica, così come Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots si è promesso d'essere. Discorrete, fantasticate, teorizzate e ridete con chi più è capace di capire la vostra passione, perché le parole e le opinioni che vi scambierete faranno parte, tra cinque o sei anni, dello stupendo bagaglio di emozioni che Guns of the Patriots vi lascerà nel cuore. Ecco cosa significa essere una vera famiglia metalgeariana. Arricchiamoci l'uno l'altro quel bagaglio, fino ad emozionarci ancora, tutti insieme. Fino all'alba di un nuovo mito.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto bello questo post, rende alla perfezione lo spirito che lega i fan di metal gear.
Ero solo una bambina quando mi avvicinai al mondo di metal gear solid e adesso che ho quasi 20 anni posso dire che questa saga mi ha trasmesso moltissime cose che vanno al di là dell'emozione frivola che può provocare un comune videogioco.
Solid snake e tutti gli altri personaggi di questo meraviglioso mondo videoludico creato da Kojima, hanno qualcosa da dire e da trasmettere al videogiocatore.
E' spesso attraverso le loro debolezze che mostrano la loro virtù e riescono ad emozionare chi li osserva.
Il messaggio più forte che questi personaggi vogliono trasmetterci è "credi in qualcosa e spingi la tua vita verso quella direzione".
Metal gear è una perla videoludica per chi ancora ama e crede in degli ideali, è una piccola striscia di terra in un oceano di nichilismo e apparenze.
Con la fine di metal gear si chiude l'era di un mito che ha cercato di insegnare qualcosa di forte e positivo alle generazioni che si sono susseguite in questi 20 anni, ma noi che questo insegnamento l'abbiamo colto in pieno, non lo dimenticheremo mai e lo porteremo sempre nel cuore.